Nottola di Minerva
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NOTTOLA  DI   MINERVA

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"[...] la filosofia arriva sempre troppo tardi. Come pensiero del mondo, essa appare per la prima volta nel tempo, dopo che la realtà ha compiuto il suo processo di formazione ed è bell’e fatta. […] La nottola di Minerva inizia il suo volo sul far del crepuscolo"
Hegel, Lineamenti di Filosofia del diritto, Prefazione

Un popolo diventa nazione. La rivoluzione americana.

4/3/2020

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IN SINTESI
Le tredici colonie
Tra Sei e Settecento, la parte orientale dell'America del Nord era stata colonizzata dagli Europei fuggiti alle persecuzioni religiose o politiche (Inglesi, Francesi, Spagnoli).
Tra i primi coloni di quest'area troviamo i Padri pellegrini inglesi che nel 1620 approdarono con la loro nave, la Mayflower, sulle coste del Massachusetts.  
Per tutto il Settecento nel Nord America giunsero emigrati inglesi e non solo. Nel 1732, con la fondazione della Georgia, le colonie erano diventate in tutto tredici e nel corso del XVIII secolo esse conobbero una straordinaria crescita demografica (da 200.000 milioni di abitanti fino a 4 milioni all'inizio dell'Ottocento). 
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Fra le colonie vi erano differenze sociali ed economiche:
nel Centro-Nord si sviluppò una classe borghese forte basata sullo sviluppo delle attività di allevamento e mercantile commerciale, grazie all'attività fiorente di porti come Filadelfia, New York, Baltimora; 
nel Sud, invece, il potere era prevalentemente in mano ai latifondisti che si servivano di manodopera ridotta in schiavitù per la coltivazione delle loro piantagioni.
All'origine della rivoluzione
Il crescente sviluppo delle attività portò i coloni a sopportare sempre meno gli obblighi di monopolio e tassazione a cui erano soggetti da parte del governo inglese. Dopo la Guerra dei Sette anni (1763), inoltre, le misure fiscali furono inasprite, in particolare con l'emanazione di due tasse, sullo zucchero e sui giornali: lo Sugar Act (1764) e lo Stamp Act (1765).
Seguirono le proteste da parte dei coloni non solo per l'ingiusta tassazione, ma anche contro la negazione del diritto di essere rappresentati in Parlamento. La questione fiscale sfociava in un problema costituzionale che fu sintetizzato nello slogan "No taxation without representation" ("Nessuna tassazione [è legittima] senza rappresentanza [parlamentare]").
Gli scontri divennero sempre più frequenti. Nel 1773 il decreto che concedeva alla Compagnia delle Indie il monopolio della vendita del tè nelle colonie  (Tea Act) fece esplodere la tensione.
Fu significativo l'episodio del Boston Tea Party: alcuni coloni travestiti da indiani presero d'assalto le navi inglesi e gettarono in mare l'intero carico di tè. Londra rispose con una linea dura facendo chiudere il porto di Boston e controllando tutta l'attività politica delle colonie.
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Fu questo il momento di una maturazione di coscienza politica degli americani delle colonie: decisero di convocare il Congresso di Filadelfia, 1774 noto come primo Congresso continentale, aperto solo ai rappresentanti delle tredici colonie che chiedevano alla madrepatria autonomia fiscale e amministrativa, nella speranza che il loro appello, seppure osteggiato dal Parlamento, fosse accolto dal sovrano Giorgio III.
Questo non accadde e i coloni si sentirono "traditi" dal loro sovrano. Dalla Gran Bretagna iniziarono a giungere truppe inglesi e nel 1775 si verificarono i primi scontri armati.
Come le colonie giunsero all'indipendenza.
Nel 1775 le colonie costituirono un proprio esercito organizzato  (Continental Army) guidato da George Washington (futuro primo presidente), seppure l'idea di una guerra per l'indipendenza dall'Inghilterra ancora non si fosse pienamente congiurata; solo il 4 luglio 1776 fu chiara questa volontà quando venne approvata la Dichiarazione d'indipendenza.
In essa si leggeva:
"Tutti gli uomini sono creati uguali; il Creatore ha donato loro certi inalienabili diritti; tra questi vi sono la Vita, La Libertà e la ricerca della Felicità.
Ogniqualvolta un governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di mutarlo o di abolirlo e di istituire un nuovo governo nella forma che il popolo ritenga più adatta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità".


Di seguito il testo integrale della >>>>>> Dichiarazione di indipendenza americana (clicca sopra per aprire il link).

Nel documento venivano esposti in maniera chiara ed inequivocabile le ragioni della ribellione che affondavano le basi ideologiche nella filosofia politica dell'Illuminismo, preceduta da John Locke (Montesquieu, Voltaire, Rousseau) e da alcuni pensatori dell'epoca annoverati tra i Padri fondatori del nuovo stato, come John Adams  (autore dei Pensieri sul governo, ispirato al Common Sense ("Senso comune") dell'inglese Thomas Paine) e Thomas Jefferson, che ebbe un ruolo principale tra i redattori del documento, nonché come futuro terzo presidente degli Stati Uniti d'America.
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Il momento della firma e i Padri fondatori ( H.C. Christy, olio su tela, 1940)

Il testo, il primo a rivendicare la sovranità popolare, era destinato ad avere un'enorme fortuna a livello mondiale, diventando un modello per le future dichiarazioni d'indipendenza dei popoli.

​La guerra tra le colonie ribelli e la Corona inglese durerà dal 1775 al 1783. L'esercito americano, seppure inizialmente meno preparato rispetto a quello inglese, ma sostenuto da francesi e spagnoli, riuscì a sconfiggere clamorosamente gli avversari nella battaglia di Saratoga (1777) e definitivamente nella battaglia di Yorktown (1781).
Il governo di Londra dovette arrendersi alla realtà e riconoscere, con la Pace di Versailles (1783), l'indipendenza delle colonie americane.

Gli Stati Uniti creano una Repubblica federale.
Il 17 settembre 1787, a Filadelfia, le ex colonie adottarono finalmente una Costituzione che rese gli Stati Uniti d'America una Repubblica federale che applicò la teoria illuminista della divisione dei poteri.
  • Il potere legislativo fu delegato al Congresso, l'assemblea allargata dei deputati, e al Senato, un'assemblea più ristretta, cui spettava il controllo della politica estera. 
  • Il potere giudiziario fu affidato alla Corte suprema e ai giudici dei tribunali.
  • Il potere esecutivo fu accentrato nella figura del Presidente, eletto ogni quattro anni. I suoi poteri erano ampi: nominava i giudici della Corte suprema (organismo di controllo e tutela dei principi della Costituzione); aveva il comando delle forze armate; poteva bloccare con il suo veto le leggi approvate dal Congresso. Pur tuttavia, in casi estremi, il Congresso avrebbe potuto destituirlo con la procedura dell'impeachment. Non era eletto direttamente dal popolo, ma dai grandi elettori, scelti a loro volta all'interno dei singoli Stati.
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​CONSEGNE
  • ​Leggi ed esplora le risorse di questo post.
  • Integra la lettura con le informazioni del libro di testo, cap.8
  • Trascrivi le frasi per te più significative del documento sopra allegato, ossia il testo della Dichiarazione di indipendenza, nel documento di google drive condiviso che l'insegnante ti invierà per email.
  • Costruisci una mappa concettuale, utilizzando uno strumento digitale (per es. popplet su https://popplet.com/  o  altri strumenti di tua conoscenza) oppure, se non sei pratico, anche disegnandola sul tuo quaderno, comprensiva di date, episodi e concetti fondamentali dedotti da questa lezione.
  • Invia la mappa elaborata alla mia mail [email protected] o in piattaforma WeSchool nel gruppo classe.

Prof.ssa Monica Sanfilippo
Liceo delle Sc.umane e musicale S.Rosa Da Viterbo
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    Monica Sanfilippo


    Docente di Filosofia e Storia nei Licei 

    Counselor filosofico

    ​Musicista violista 

    ​Dottorato in storia e critica dei beni musicali

    ​Librettista

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